Ed eccola già nata, Lodovica San Guedoro. Ora è a Santa Teresa e ha tutto quello che le serve: il suo pane, la sua acqua (nella fresca brocca di terracotta), la sua sediolina, la sua nonnina e, fuori, quasi sull'orlo del mare,il suo giardino, dove sta già pensando di correre subito dopo questo bocconcino. Lì l'aspettano olivi vecchssimi con grotte paurose negli enormi tronchi,pergolati di glicini e vite, grappoli violacei e grappoli d'ambra, due cipressi altissimi e misteriosi, pieni da terra fino in cima di palline di bronzo, che parlano di notte con la luna, mandorli giganteschi carichi di mandorle da schiacciare con le pietre, aranci meravigliosi carichi di arance da sbucciare con le mani, mandarini carichi di deliziosi mandarini con cui fare i panierini svuotandoli spicchio dopo spicchio, e limoni profumati, e cedri con grossi cedri da mangiare col sale così che diventano dolci, amareni con quella prodigiosa colla sui tronchi da staccare, nespoli, fichi neri e fichi bianchi col latte che gocciola e appiccica le dita, fichi d'India che il nonno, chissà perché, chiama "figurina", un nome stuzzicante, curioso - forse la loro vera natura è quella di figurine? E che figurine?-, gelsi coi frutti bianchi e gelsi coi frutti neri che tingono tutto il muso e le mani e i vestiti, melograni, carrubi scurissimi, altissimi millecucchi, azeruoli.... A proposito: la nostra Pantagruelina farà anche oggi indigestione di carrube? O l'ha appena fatta ed è giusto alla penitenza? Forse per questo quegli occhi smarriti e innocenti, quell'aria sognante...